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EZIOLOGIA DELL'AUTISMO: MODELLO SISTEMICO-RELAZIONALECenciarelli I., Mona A., 1999
Nonostante gli Autori appartenenti all'approccio sistemico-relazionale, più interessati ai processi psicotici rispetto ai disturbi generalizzati dello sviluppo, non affrontino il tema in maniera diretta, è possibile tentare un inquadramento dell'autismo nelle interazioni triadiche familiari. Il sintomo si configurerebbe come una risposta attiva del figlio, così da manifestare al sua resistenza ad essere educato, a causa delle dinamiche relazionali della coppia genitoriale, caratterizzata da un gioco di stallo di poco precedente alla nascita del bambino, e che avrebbe fatto sentire la madre vuota, rendendola incapace di far fronte ai bisogni del figlio (Selvini Palazzoli, Cirillo, Selvini, Sorrentino, 1988: 172-174; 206-209). Secondo Selvini Palazzoli et al. il gioco di stallo consiste nel coinvolgimento del figlio in un'immaginaria partita dei genitori in cui egli si trova ad essere schierato con uno dei due contro l'altro (Selvini Palazzoli, Cirillo, Selvini, Sorrentino, 1988: 201-203). Alle grandiose aspettative di gratificazione affettiva del matrimonio, seguirebbe per la coppia la delusione di un rapporto coniugale basato sulla dipendenza ed un'attribuzione di colpa reciproca riguardo la malattia del "paziente designato", e tutto ciò contribuisce alla patologia del figlio (Selvini Palazzoli, Cirillo, Selvini, Sorrentino, 1988: 172-182). Caratteristici della madre di un bambino con autismo, risultano i tratti di inadeguatezza riguardo i bisogni di un figlio dotato di particolare sensibilità. Il ruolo del padre sarebbe quello di figura buona, un "mammo ipertollerante" che ripara in qualche modo alle carenze materne. L'incapacità di comunicare del bambino si spiegherebbe come un tentativo di alleanza col padre "buono" contro una madre "cattiva", mente i fratelli non entrerebbero in questa relazione triadica (Selvini Palazzoli, Cirillo, Selvini, Sorrentino 1988: 193-203). Il quadro sarebbe anche complicato dall'interferenza della nonna materna, nel suo tentativo di supplire alle carenze materne della figlia immatura, ma principalmente per evitare il biasimo sociale (Arduino, 1998 cfr. sito API).
bibliografiaAutismo e Psicosi Infantili dell'USL 16 Mondovì-Ceva (API).
Selvini Palazzoli M., Cirillo S., Selvini M., Sorrentino A.
M. (1988)
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