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breve storia del concetto di autismo
(cenciarelli i., mona a., 1999)


eziologia dell'autismo: modello cognitivo e teoria della mente
(cenciarelli i., mona a., 1999)


eziologia dell'autismo: modello comportametale
(cenciarelli i., mona a., 1999)


eziologia dell'autismo: modello organicista
(cenciarelli i., mona a., 1999)


eziologia dell'autismo: modello psicodinamico
(cenciarelli i., mona a., 1999)


eziologia dell'autismo: modello sistemico-relazionale
(cenciarelli i., mona a., 1999)


il concetto di autismo in bleuler, kanner, e asperger
(p. g., 1996)


l'autismo e le psicosi infantili: l'approccio psicodinamico e le problematiche relative al contesto familiare ed educativo
(soriente c., 1994)


la diagnosi secondo l'equipe di treviso
(angsa treviso, tratto da 'autismo triveneto', 1999)

 

 

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IL CONCETTO AUTISMO IN BLEULER, KANNER E ASPERGER

P. G., 1996
Notiziario dell'Osservatorio Autismo della Regione Lombardia
n.1 - 31 ottobre 1996
articolo originale (capitolo 2): http://www.promo.it/autism/NOTIZIAR.htm#Notiz_1

 

Portare l'attenzione al percorso dello sviluppo del concetto di autismo e della sua definizione può risultare interessante per comprendere la complessità e polivalenza che oggi il termine "autismo" esprime. Proponiamo quindi una "lettura storica", che inizia in questo e proseguirà nei prossimi numeri del Notiziario, nel tentativo di creare una visione il più generale possibile di ciò che questo termine vuole ed ha voluto definire.

 

 

Il sintomo "autismo"

Il termine "autismo" si incontra per la prima volta nella definizione di Eugen Bleuer (1857-1939), psichiatra svizzero che fu tra i primi ad accettare le sconcertanti innovazioni introdotte dalla neo-nata teoria psicoanalitica. Egli modificò il concetto di schizofrenia individuandone un importante sintomo nel ritiro dalla vita sociale strutturata nel sé, come egli osservava negli adulti schizofrenici.

Secondo Bleuer (1908), l'autismo (dal greco "autos" = sé) doveva descrivere il restringimento delle relazioni con le persone e il mondo esterno, così estremo da escludere qualsiasi cosa eccetto il sé proprio della persona. Così incomincia a delinearsi l'idea di una particolare manifestazione sintomatica che accompagnava le più gravi patologie psicologiche.

 

 

Autismo Infantile

Riferendosi proprio a quella caratteristica il dottor Leo Kanner (psichiatra infantile) così scrisse parlando di autismo infantile: "Fin dal 1938, è giunto alla nostra attenzione un numero di bambini le cui condizioni differiscono così marcatamente e unicamente da qualsiasi altra riportata finora, che ogni caso merita - e, spero, eventualmente riceverà - una dettagliata considerazione delle sue affascinanti particolarità" (Trad. da L. Kanner, 1943).

In questo modo, per la prima volta, venne definito un gruppo particolare di soggetti, affetti da una sindrome particolare.

I casi di Kanner presentavano, nei primi anni di vita, disturbi che erano caratterizzati da :

1) "an extreme autistic aloneness", nel senso di un rimanere mentalmente soli ("Potevo lasciarlo solo che egli si divertiva davvero felicemente ... Non l'ho mai visto piangere per richiamare l'attenzione..."- descrizione del caso 2 di Kanner, Frederick-; "Non riesco a 'raggiungere' il mio bambino ... Non mi presta attenzione o mostra di non riconoscermi quando entro nella stanza ... La cosa più impressionante è il suo distacco e la sua inaccessibilità ..."- commenti della madre di Charles, caso 9-);

2) "an anxious obsessive desire for the preservation of sameness", osservata nella ripetizione di semplici movimenti, espressioni, pensieri; in elaborate routine; in una limitatezza di interessi estrema ("Fino a un certo punto, diceva sua madre, gli piace rimanere attaccato alle stesse cose. Su una delle librerie di casa si trovavano tre pezzi in un certo ordine. Ogni volta che questo veniva cambiato, sempre lo riportava al vecchio ordine. Dall'età di sei anni riesce a contare fino alle centinaia e a leggere i numeri, ma non ha alcun interesse nei numeri se sono applicati agli oggetti ..."- caso 2, Frederik-; "La bambina si divertiva per ore mettendo insieme le figure dei puzzle, unendoli fino a comporli ..."- caso 6, Virginia- ; "Gradualmente ha mostrato una marcata tendenza verso lo sviluppo di uno speciale interesse che ha completamente dominato le sue attività quotidiane ..."- caso 8, la madre di Alfred- ; "Da quando aveva un anno e mezzo, ha iniziato a impiegare ore a far ruotare giocattoli e i tappi delle bottiglie e barattoli ..."- caso 9, Charles-) ;

3) la presenza di "islets of hability" quali una memoria meccanica eccellente, la capacità di ricordare strutture e sequenze complesse, un vocabolario stupefacente, fuorché per l'uso dei pronomi ("Era stato incoraggiato dalla famiglia a imparare e recitare poesie corte, e aveva imparato anche i Ventitré Salmi e le venticinque domande e risposte del Catechismo Presbiteriano ..."- caso 1, Donald-; "Poteva distinguere diciotto sinfonie. Riconosceva il compositore non appena iniziava il primo movimento ..."- caso 9, Charles-; "Leggeva molto bene, ma leggeva velocemente, mescolando le parole, non pronunciando chiaramente, e non dando l'enfasi giusta. La quantità di informazioni che possedeva era davvero vasta e la sua memoria pressoché infallibile ..."- caso 11, Elaine-).

Diversamente da Bleuer, il suggerimento di Kanner era "di assumere che questi bambini siano giunti nel mondo con una innata incapacità di formare il tipico contatto affettivo biologicamente determinato con le persone, proprio come altri bambini presentano innati handicap fisici o intellettuali" (come sopra).

 

 

Psicopatologia Autistica

Curiosamente, anche un altro medico, Hans Asperger (pediatra), quasi nello stesso tempo, nel 1944, indipendentemente da Kanner, descrisse e tentò di fornire i primi approcci teorici per spiegare un disordine dello stesso tipo, che chiamò "autistichen psychopathen" (Asperger, 1944).

Entrambi utilizzarono espressioni equivalenti (autismo infantile e psicopatologia autistica) per definire un disturbo che interessava una determinata popolazione infantile.

Anche Asperger suggeriva che ci fosse un disturbo nel contatto allo stesso profondo livello dell'affetto e/o dell'istinto.

Egli, come Kanner, sottolineò le difficoltà nell'adattamento sociale e annotò gli interessi isolati, spesso in oggetti bizzarri o idiosincratici. Entrambi porsero particolare attenzione a stereotipie di movimenti o parole così come alla marcata resistenza al cambiamento; ed entrambi furono impressionati da come questi bambini fossero in grado di occasionali prestazioni di capacità intellettuali in aree ristrette (si è parlato di intelligenza "senza anima" : una delle metafore usate per il bambino autistico è il computer!), così come dal loro apparire decisamente molto "attraenti" .

 

 

Confrontando

Rimangono, tra i due autori, tre aree di disaccordo, che riguardano:

  • le abilità linguistiche (nei soggetti di Kanner non si aveva linguaggio o esso non era usato in maniera "comunicativa" - spesso infatti era presente il sospetto di sordità -; Asperger osservò invece che l'eloquio era scorrevole );
  • le abilità motorie (nella opinione di Kanner, i bambini risultavano "impacciati" solo rispetto a compiti di motricità grossa; secondo Asperger essi lo erano in entrambi, motricità grossolana e fine);
  • la capacità ad apprendere (Kanner pensava che i bambini mostrassero prestazioni più elevate quando apprendevano in maniera meccanica, quasi automatica; Asperger li descriveva invece come "pensatori astratti" ).

Kanner postulava che i bambini con autismo presentassero uno specifico indebolimento nella

comprensione sociale, per cui la relazione con un oggetto risultava migliore che quella con le persone; Asperger pensava che i suoi soggetti presentassero disturbi in entrambe le aree.

In ogni caso, nell'idea di Asperger e Kanner ci si trovava di fronte fin dalla nascita a un disturbo importante che implicava problemi estremamente caratteristici.

Così, l'handicap sociale era innato, o "costituzionale", e persisteva dall'infanzia all'età adulta. La descrizione fatta da Kanner era piuttosto lucida e ateoretica (e si dimostrò essere decisamente duratura !).


P.G

 

 

Bibliografia

Asperger, H. (1944)
Die autistischen Psychopaten im Kindersalter,
Archiv fur Psychiatrie und Nervenkrankeiten, 117,76-136.

Bleuler, E. (1908)
The prognosis of dementia praecox. The group of schizothrenias,
English translation in J. Cutting & M. Sheperd (Eds.)
The roof of the schizothrenia concept (1987),
(Cambridge: Cambridge University press)

Kanner, L. (1943) Autistic disturbances of affective contact
Nervous Child, 2, 217.
Reprinted in Kanner, L. (1973)
Childhood Psychosis: initial studies and new insights",
by V.H. Winston & Sons Inc.

 

 

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