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DSM IV: NOTA INTRODUTTIVA
Nel DSM IV (1996) la novità più importante, rispetto alla precedente del 1987, è lo spostamento della categoria di cui fa parte l'autismo, i Disturbi Generalizzati dello Sviluppo, dall'asse II (disordini a decorso lungo, stabili e con prognosi infausta) all'asse I (disordini episodici e transitori). Ciò implica l'aver riconosciuto che i sintomi possono variare ed attenuarsi, cosa che normalmente non si verifica per i disturbi sull'asse II, come ritardo mentale e disordini di personalità. Parallelamente sono anche leggermente cambiati i criteri diagnostici. La categoria è divenuta più omogenea, dato che i sintomi che ne fanno parte sono diminuiti da 16 a 12. Di questi, devono esserne presenti almeno 6, distribuiti fra tre aree (comunicazione, interazione sociale e patterns di comportamento stereotipati), con minimo due di essi che indichino deficit nell'interazione sociale. Sono stati inoltre introdotti sotto la stessa categoria diagnostica dell'Autismo (i Disturbi Generalizzati dello Sviluppo) tre nuovi disturbi correlati: il Disturbo di Rett, il Disturbo Disintegrativo della Fanciullezza e il Disturbo di Asperger. L'aver ristretto i criteri diagnostici e l'aver aggiunto i tre nuovi disturbi, significa il riconoscere che l'Autismo è un disturbo che può presentare molte possibili varianti sintomatiche. Per la diagnosi di Disturbo Autistico, il DSM IV, prende in considerazione tre criteri (A, B, C) che devono essere soddisfatti.
Criterio aIl Disturbo Autistico si manifesta con lo sviluppo anomalo o deficitario dell'interazione sociale, della comunicazione e del repertorio di interessi. Tali manifestazioni, possono variare notevolmente, a seconda del livello di sviluppo e dell'età cronologica della persona. Come già detto, i sintomi presi in considerazione per la diagnosi del Disturbo Autistico corrispondono a specifici comportamenti osservati. In particolare, nell'interazione sociale, vi può essere una compromissione di diversi comportamenti non verbali che regolano l'interazione e la comunicazione. In soggetti più piccoli si può osservare poco interesse nel fare amicizia, mentre in quelli più grandi può essere presente, ma può ''mancare la comprensione delle convenzioni che regolano l'interazione sociale'' (DSM IV). Appare spesso compromessa anche la percezione che la persona ha degli altri e sembra mancare la reciprocità sociale ed emotiva. Per quanto riguarda l'area della comunicazione, quando lo sviluppo del linguaggio non sia scarso o assente del tutto, esso presenta delle particolarità, come un uso di esso ripetitivo e stereotipato, difficoltà ad iniziare o sostenere una conversazione, anomalie nell'altezza intonazione velocità, ritmo o sottolineatura. Accanto a questo, si può anche osservare una mancanza totale o parziale di giochi d'imitazione vari e spontanei, adeguati all'età della persona. Talvolta, invece, essi possono manifestarsi in maniera meccanica e fuori contesto adeguato. Il repertorio di interessi appare limitato, caratterizzato da comportamenti e attività ristrette ripetitive e stereotipate, anomale per intensità e focalizzazione. ''Possono comportarsi in maniera monotonamente eguale e mostrare resistenza o malessere per cambiamenti banali'' (DSM IV). Sono spesso presenti stereotipie motorie che riguardano le mani o l'intero corpo, nonché anomalie posturali. Alcuni mostrano un eccessivo interesse per parti di oggetti, o sembrano affascinati da alcuni movimenti, come quelli rotatori, di una trottola o di un ventilatore.
Criterio b''L'anomalia deve manifestarsi con ritardi o funzionamento anomalo in almeno una delle seguenti aree prima dei 3 anni di età: interazione sociale, linguaggio usato per l'interazione sociale o gioco simbolico o di immaginazione'' (DSM IV). Seppure vi è stato uno sviluppo normale, esso, per definizione, non può andare oltre i tre anni d'età.
Criterio cL'anomalia deve potersi distinguere da disturbi simili, come il Disturbo di Rett o il Disordine Disintegrativo della Fanciullezza.
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