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F 84.3 DISTURBO DISINTEGRATIVO DELLA FANCIULLEZZA [299.10] (232)
caratteristiche diagnostiche
La manifestazione fondamentale del Disturbo Disintegrativo della
Fanciullezza è una marcata regressione in diverse aree del funzionamento
dopo un periodo di almeno 2 anni di sviluppo apparentemente normale
(Criterio A). Uno sviluppo apparentemente normale è rispecchiato
da una comunicazione verbale e non verbale, relazioni sociali, gioco
e comportamento adattivo adeguati all'età. Dopo i primi 2 anni di
vita (ma prima dei 10 anni) il bambino va incontro ad una perdita
clinicamente significativa di capacità di prestazione acquisite
in precedenza in almeno due delle seguenti aree: espressione o ricezione
del linguaggio, capacità sociali o comportamento adattivo, controllo
della defecazione o della minzione, gioco o capacità motorie (Criterio
B). I soggetti con questo disturbo mostrano i deficit sociali e
di comunicazione e le caratteristiche comportamentali che solitamente
si osservano nel Disturbo
Autistico (pag. 83). Vi è una compromissione qualitativa dell'interazione
sociale (Criterio C1) e della comunicazione (Criterio C2) e modalità
di comportamento, interessi e attività ristretti, ripetitivi e stereotipati
(Criterio C3). L'anomalia non è meglio attribuibile ad un altro
specifico Disturbo Generalizzato dello Sviluppo
o alla Schizofrenia (Criterio D). Questa condizione viene denominata
anche sindrome di Heller, demenza infantile o psicosi disintegrativa.
manifestazioni e disturbi associati
Il Disturbo Disintegrativo della Fanciullezza è di solito associato
al Ritardo Mentale Grave, che, se presente, dovrebbe essere codificato
sull'Asse II. Si possono rilevare diversi sintomi o segni neurologici
aspecifici. Sembra esservi un'aumentata frequenza di anomalie EEGrafiche
e di disturbo convulsivo. Sebbene sembri probabile che questa condizione
sia il risultato di una qualche lesione del sistema nervoso centrale
in corso di sviluppo, non è stato identificato alcun meccanismo
preciso. La condizione si osserva talvolta in associazione con una
condizione medica generale (per es., leucodistrofia metacromatica,
malattia di Schilder) che potrebbe spiegare la regressione dello
sviluppo. Nella maggior parte dei casi, comunque, accertamenti accurati
non rivelano tale condizione. Se una condizione neurologica o un'altra
condizione medica generale sono associate con il disturbo, si dovrebbe
codificarle sull'Asse III. I dati di laboratorio rispecchieranno
tutte le condizioni mediche generali associate.
prevalenza
I dati epidemiologici sono limitati, ma il Disturbo Disintegrativo
della Fanciullezza sembra essere molto raro e molto meno comune
del Disturbo Autistico.
Sebbene studi preliminari suggerissero un'eguale distribuzione tra
i sessi, i dati più recenti indicano che la condizione è più comune
tra i maschi.
decorso
Per definizione, il Disturbo Disintegrativo della Fanciullezza
può essere diagnosticato solo se i sintomi sono preceduti da un
periodo di almeno 2 anni di sviluppo normale e se l'esordio è prima
dei 10 anni di età. Quando il periodo di sviluppo normale è stato
abbastanza prolungato (5 o più anni), è particolarmente importante
eseguire un esame obiettivo e un esame neurologico completi per
valutare la presenza di una condizione medica generale. Nella maggior
parte dei casi l'esordio è tra i 3 e i 4 anni, e può essere insidioso
o improvviso. I segni premonitori possono includere aumentati livelli
di attività, irritabilità e ansia, seguiti da una perdita del linguaggio
e delle altre capacità di prestazione. Di solito la perdita delle
capacità di prestazione raggiunge un plateau, dopo di che possono
manifestarsi alcuni limitati miglioramenti, sebbene il miglioramento
sia di rado rilevante. In altri casi, specie quando il disturbo
è associato con una condizione neurologica progressiva, la perdita
delle capacità di prestazione è progressiva. Questo disturbo ha
un decorso continuo e, nella maggior parte dei casi, permane per
tutta la vita. Le difficoltà sociali, di comunicazione e comportamentali
rimangono relativamente costanti nel corso della vita.
diagnosi differenziale
Durante lo sviluppo normale si possono osservare periodi di regressione,
ma non sono né così gravi né così prolungati come nel Disturbo Disintegrativo
della Fanciullezza. Il Disturbo Disintegrativo della Fanciullezza
deve essere distinto dagli altri Disturbi Generalizzati
dello Sviluppo. Per la diagnosi differenziale con il
Disturbo Autistico, si veda pag. 87. Per la diagnosi differenziale
con il Disturbo di Rett, si veda pag. 90.
Contrariamente al Disturbo di Asperger,
il Disturbo Disintegrativo della Fanciullezza è caratterizzato da
una perdita clinicamente significativa di capacità di prestazione
acquisite in precedenza e da una maggiore probabilità di Ritardo
Mentale. Nel Disturbo di Asperger non
vi è ritardo nello sviluppo del linguaggio e non vi è marcata perdita
delle capacità di sviluppo.
Il Disturbo Disintegrativo della Fanciullezza deve essere differenziato
da una demenza con esordio durante l'infanzia o la fanciullezza.
La demenza si manifesta come conseguenza degli effetti fisiologici
diretti di una condizione medica generale (per es., un trauma cranico),
mentre il Disturbo Disintegrativo della Fanciullezza si manifesta
tipicamente in assenza di una condizione medica generale associata.
relazione con i criteri diagnostici per la ricerca dell'icd-10
I gruppi di criteri e gli algoritmi diagnostici del DSM-IV e dell'ICD-10
sono identici tranne che per il Criterio C, in cui l'ICD-10 tiene
conto anche di una generale perdita di interesse per gli oggetti
e per l'ambiente. Nell'ICD-10, il disturbo viene riportato come
Sindrome Disintegrativa dell'Infanzia di Altro Tipo.
Criteri diagnostici del Disturbo Disintegrativo della Fanciullezza
A)
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Sviluppo apparentemente normale per almeno
i primi 2 anni dopo la nascita, come manifestato dalla presenza
di comunicazione verbale e non verbale, relazioni sociali,
gioco e comportamento adattivo adeguati all'età.
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B)
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Perdita clinicamente significativa di capacità
di prestazione già acquisite in precedenza (prima
dei 10 anni) in almeno due delle seguenti aree:
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1)
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espressione o ricezione del linguaggio
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2)
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capacità sociali o comportamento adattivo
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3)
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controllo della deffecazione o ella minzione
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4)
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gioco
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5)
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abilità motorie.
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C)
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Anomalie del funzionamento in almeno due delle
seguenti aree:
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1)
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compromissione qualitativa dell'interazione sociale
(per es., compromissione dei comportamenti non verbali,
incapacità di sviluppare relazioni con i coetanei,
mancanza di reciprocità sociale o emotiva)
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2)
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compromissioni qualitative della comunicazione (per
es., ritardo o mancanza del linguaggio parlato, incapacità
di iniziare o di sostenere una conversazione, uso stereotipato
e ripetitivo del linguaggio, mancanza di giochi vari di
imitazione)
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3)
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modalità di comportamento, interessi e attività
ristretti, ripetitivi e stereotipati, incluse stereotipie
motorie e mani.
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D)
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L'anomalia non è meglio attribuibile
ad un altro specifico Disturbo Generalizzato dello Sviluppo
o alla Schizofrenia.
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